Piantare alberi era un gioco da ragazzi per i robot giardinieri. Come in una catena di montaggio, le unità specializzate eseguivano a ritmo serrato le varie fasi dell’operazione, dallo scavo delle buche alla ricopertura e compattamento del terreno attorno ai virgulti, avanzando con sicurezza sulle loro estremità cingolate. Alle spalle degli automi, il paesaggio brullo e sterile, punteggiato qua e là da sterpaglie rinsecchite, lasciava il posto ad un giovane, rado boschetto che si apprestava a diventare un’ariosa foresta assetata di anidride carbonica. Continua a leggere
riforestazione
La buccia della Terra (Prologo)
“Da qui, messere, si domina la valle
ciò che si vede, è.
Ma se l’imago è scarna al vostro occhio
scendiamo a rimirarla da più in basso
e planeremo in un galoppo alato
entro il cratere ove gorgoglia il tempo”
In volo, Banco del Mutuo Soccorso
Se è vero che tutto ciò che si vede, e quindi è, è già stato detto, scritto e raccontato, tanto vale avventurarsi nelle terre ancora non del tutto esplorate del non è, o del non è ancora, o finanche del non sarà mai. Perché anche se alcune tessere del puzzle del futuro possono già essere facilmente incasellate, l’immagine femminea che apparirà quando il sarà potrà essere declinato al presente e il tempo cesserà di gorgogliare è oggi irrimediabilmente scarna, se non del tutto indecifrabile.
Pianta che ti passa
Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso.
(Confucio)
Il divario abissale che separa l’immensità dei problemi dell’ambiente globale dalla capacità dei singoli di incidere su di essi è in grado di annichilire gli sforzi di ciascuno, demotivando finanche le persone più consapevoli e più inclini a non arrendersi di fronte alle minacce che incombono sul genere umano. Cosa possono realisticamente sperare di ottenere il predicamento e le azioni concrete di alcune centinaia di migliaia di donne e di uomini di buona volontà in tutto il mondo di fronte alla micidiale spinta distruttiva di sette miliardi di individui, mossi per la maggior parte da un irrefrenabile desiderio di migliorare i propri standard di vita attraverso il consumo di beni e risorse? Non è un po’ come pretendere di contenere l’innalzamento del livello dei mari rimuovendo l’acqua con dei secchi? Continua a leggere