C’è un mostro al lavoro sotto la superficie dell’Oceano Artico. Si riposa un po’ in inverno, per poi ridestarsi in primavera e affannarsi come un ossesso fino all’autunno inoltrato. Col passare degli anni ha accresciuto il suo furore, quasi che il peso degli anni lo avesse rinvigorito anziché fiaccato. Un’energia oscura, che viene da lontano, lo nutre conferendogli sempre maggiore potenza: possiamo immaginarlo mentre si dimena, in preda ad interminabili convulsioni, scatenando la sua furia epica contro il ghiaccio che lo sovrasta. Continua a leggere
cambiamento climatico
Il Cosmo, i suoi Gemelli ed io
Gli occhi sbarrati nel cuore di una notte settembrina. L’incipit stampato nella mente. Il buio cosmico della camera da letto ribolle della spiritualità che ha plasmato i miei anni giovanili, senza la quale non sarei quello che sono. Un Dio troppo umano, un po’ filosofo in erba e un po’ scienziato pasticcione, nella Notte dei Tempi imbastisce un esperimento, dubitando forse persino di sé stesso. Due pianeti allo specchio, uguali ma diversi, scaraventati dal destino, o dal caso, o da coscienti volontà, verso due esiti opposti. Continua a leggere
Libertà o morte! (o tutte e due?)
La narrazione prevalente sulle ricette per combattere il cambiamento climatico contempla a mio modo di vedere alcune vistose omissioni, anzi dei veri e propri tabù, questioni a dir poco spinose su cui si preferisce glissare per non pregiudicare – così almeno ci viene detto – il successo comunicativo della necessaria opera di informazione, così da evitare fenomeni di rigetto nei riguardi di messaggi scomodi. Continua a leggere
Il nome dell’iceberg
Qualcosa si muove nelle cupe tenebre della lunga notte antartica. Lontano da occhi umani indiscreti, un presagio sinistro di tragedie future è prossimo a materializzarsi nell’ultimo lembo di terra da cui chi abita questa parte del mondo potrebbe aspettarsi cattive nuove. Santuario remoto e scrigno inaccessibile, luogo estremo in cui la purezza perduta del mondo ancora regna sovrana (eppure sempiterno oggetto delle brame di irriducibili conquistatori), l’Antartide è oggi la sentinella che non ti aspetti, chiamata a registrare con le sue sensibili antenne i destabilizzanti mutamenti dell’ecosfera generati dall’Antropocene. Se è vero che il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del pianeta, come dubitare che gli sconvolgimenti causati da due secoli di frenetica attività umana nell’emisfero boreale abbiano un riflesso in quella sorta di mondo capovolto incastonato in una spessa coltre di acqua dolce allo stato solido? Continua a leggere
Pianta che ti passa
Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso.
(Confucio)
Il divario abissale che separa l’immensità dei problemi dell’ambiente globale dalla capacità dei singoli di incidere su di essi è in grado di annichilire gli sforzi di ciascuno, demotivando finanche le persone più consapevoli e più inclini a non arrendersi di fronte alle minacce che incombono sul genere umano. Cosa possono realisticamente sperare di ottenere il predicamento e le azioni concrete di alcune centinaia di migliaia di donne e di uomini di buona volontà in tutto il mondo di fronte alla micidiale spinta distruttiva di sette miliardi di individui, mossi per la maggior parte da un irrefrenabile desiderio di migliorare i propri standard di vita attraverso il consumo di beni e risorse? Non è un po’ come pretendere di contenere l’innalzamento del livello dei mari rimuovendo l’acqua con dei secchi? Continua a leggere