Per un pugno di cent

Anno 2123, da qualche parte sul pianeta Terra, verosimilmente non lontano dal Circolo Polare Artico. Il destino di una comunità di umani si sta per compiere. A decidere della vita o della morte dei suoi membri sarà la data in cui la spaventosa ondata di calore estremo che invade quella porzione di mondo avrà termine. Quelle donne e quegli uomini sanno bene che gran parte delle terre emerse del pianeta sono già da tempo inabitate a causa degli sconvolgimenti climatici dispiegatisi nei precedenti 150 anni, ma non sanno di essere l’ultimo drappello di umani ad ereditare l’incredibile avventura della colonizzazione della Terra operata da Homo sapiens e a poterla tramandare ai loro discendenti.

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Adattarsi a un Clima Inadatto

Il testo che segue è la trascrizione (con alcuni ritocchi) della mia relazione introduttiva al Convegno organizzato dal Circolo Legambiente di Frosinone dal titolo “Adattarsi a un Clima Inadatto – Strategie locali di resilienza per fronteggiare la crisi climatica”, che si è tenuto a Frosinone il 17 ottobre 2019.

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Anzitutto, vorrei spiegare il perché questo convegno. Il clima è diventato mainstream, finalmente… Quando alcuni anni fa ho cominciato ad approfondire questa tematica, non avrei immaginato una così rapida crescita dell’interesse verso il cambiamento climatico. L’umanità ha di fronte a sé un rischio immenso, mai sperimentato prima. La grande accelerazione (nel consumo di risorse, nell’aumento della popolazione) ci sta portando a cozzare violentemente contro i limiti biofisici del pianeta. Due secoli di uso massiccio e sconsiderato delle fonti fossili hanno portato la CO2 atmosferica a livelli mai raggiunti da quando l’uomo è sulla Terra. Continua a leggere

Cosa resterà di questi 40 gradi

Quando la stagione che hai aspettato un anno intero diventa un inferno di fuoco, la vita non è più la stessa, come un ingranaggio ben oliato che di punto in bianco si ingrippa per sempre.

Quando si somma al bruciore di un caldo insopportabile, la luce intensa dell’estate non è più naturale portatrice di buonumore e voglia di vivere, e dunque cessa di essere quel rilassante liquido amniotico in cui immergersi una volta l’anno per rigenerare lo spirito, diventando piuttosto qualcosa di maligno da cui difendersi per sopravvivere, barricandosi in casa con le tapparelle rigorosamente abbassate. Le folte schiere dei depressi, dei fragili, dei poveri di spirito e di tasche, ne subiranno le ripercussioni negative nei mesi a venire, quando saranno nuovamente afflitti dai consueti fardelli. Continua a leggere

Quando l’aumento aumenta

Immaginate di trovarvi sul fondo di una piscina vuota molto profonda. A un certo punto qualcuno comincia a versare dentro acqua con un secchiello, prima poco alla volta, poi ad intervalli più ravvicinati. Per un po’ la piscina rimane pressoché vuota, perché una mattonella del rivestimento sul fondo è saltata, e l’acqua viene in gran parte trattenuta dal terreno sottostante. Ma il suolo è argilloso e non riesce ad assorbire l’umidità oltre un certo limite. Dunque il livello dell’acqua nella piscina poco alla volta aumenta, ma la cosa non vi dispiace affatto, perché così potete sollazzarvi giocando con l’acqua e schizzandovela addosso l’un l’altro. Anzi il divertimento aumenta ancora quando l’acqua dalle caviglie pian piano sale fino ad arrivare all’altezza del bacino. Siete così presi dallo svago che quando viene rimossa la scaletta nessuno ci fa caso.

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Hanno ucciso l’acqua dolce

Molta acqua dovrà passare sotto i ponti prima che la Terra diventerà un ammasso infernale di rocce senza vita come Venere. Stando a quanto dice la scienza, fra qualche centinaio di milioni di anni l’atmosfera terrestre si sarà trasformata in una cappa densa di anidride carbonica e la temperatura del nostro pianeta si sarà innalzata a livelli tali da portare alla completa evaporazione degli oceani. Ma noi non ci saremo, per dirla con le parole di Francesco Guccini, e dunque l’argomento può interessare i geologi o gli studiosi del deep future, non noi qui ed oggi alle prese con mille problemi. Continua a leggere

Una lacrima sul clima

Giornalisticamente parlando, il pianto di un potente fa sempre notizia. Per ovvie ragioni si tende a credere che chi, ad esempio un uomo politico, abbia acquisito notorietà grazie al potere che esercita, sia abbastanza freddo e distaccato da saper controllare le proprie emozioni. Per la verità più di qualcuno sospetta che un politico non abbia emozioni tout court. L’incapacità di piangere è in qualche modo associata nell’immaginario collettivo all’alone di cinismo e allo spietato attaccamento al potere che si pensa debbano necessariamente accompagnare chiunque ambisca a raggiungere posizioni di vertice nella società. Continua a leggere

Il bacillo s’è desto

Avete presente l’immagine fiabesca della slitta di Babbo Natale con i regali per i bambini trainata dalle renne volanti? Bene, dimenticatela. Nell’era dei cambiamenti climatici che galoppano più velocemente delle stesse renne, i simpatici cervidi non portano regali ai bambini bensì malattie mortali. Siete scioccati da un’affermazione così sconvolgente? Lo sarete ancora di più ora che vi svelo il nome di questa malattia: antrace. Continua a leggere

Doppio brodo Terra

Terroristi islamici, emulatori di terroristi islamici, squilibrati, deviati, disadattati, emarginati, violenti qualunque di mezza tacca. E poi, dittatori democraticamente eletti, apprendisti dittatori camuffati da aspiranti presidenti USA, disunioni europee nel pieno di una crisi di nervi. C’è di tutto e di più nella cronaca di questa bollente estate duemilasedici d.C., nella quale in particolare il susseguirsi incessante di avvenimenti segnati dal dramma e dal dolore lascia attoniti e senza respiro. Ammesso che possa essere di aiuto individuare un’idea, un concetto che funga da comune denominatore di eventi tanto diversi, il termine che viene alla mente è ebollizione. Continua a leggere

Incatenati alla crescita

“…avrà il marmo, e l’angelo che spezza le catene”

Francesco Guccini, Il pensionato

E’ compatibile la crescita economica globale con la lotta al cambiamento climatico? Questo semplice interrogativo, sebbene sia centrale per la comprensione della strada da intraprendere per risolvere il più grave dei problemi che l’umanità ha di fronte, è del tutto marginale nel dibattito pubblico. Continua a leggere