Keep calm and read Picco per capre

 

È da tre anni che leggo articoli divulgativi di Jacopo Simonetta e di Luca Pardi; credo di non esagerare dicendo che da allora la mia limitatissima comprensione dei guai che affliggono questo nostro mondo ne ha beneficiato non poco.

Entrambi ne sanno molto più di me praticamente su tutto, ma non è tanto dal loro sapere specialistico che ho tratto giovamento, quanto dalla capacità rara di mettere in relazione temi apparentemente distanti, di interconnettere problemi complessi per la cui soluzione tendiamo ad affidarci ad occhi chiusi ai superesperti di turno, bravissimi nel parcellizzare pezzi di realtà operando su di ciascuno di essi per mezzo di raffinate tecniche chirurgiche. Peccato che una tale pretesa risulta fallace nella misura in cui nell’iperconnesso mondo contemporaneo quei pezzi si parlano, si scambiano feedback in continuazione e in modo spesso imprevedibile e inatteso, e dunque oggi sempre di più l’iperspecializzazione non è in grado di risolvere i problemi ma anzi spesso li aggrava accumulando complessità inestricabili e ingestibili, o ne crea di nuovi. Per questo, leggere Jacopo che inquadra l’ecologia con le lenti della termodinamica e Luca che analizza il nesso invisibile fra crisi economica e disponibilità di energia è stato per me come respirare a pieni polmoni in un panorama culturale troppe volte dominato da un’opprimente asfissia mentale. Continua a leggere

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Rapa Nui chiama Roma, rispondete!

C’è una scena drammatica del celebre film Rapa Nui che è rimasta impressa nella mia memoria: è il momento in cui, nonostante la strenua resistenza dell’unico isolano che aveva intuito le conseguenze di quel gesto, viene abbattuto l’ultimo albero presente sull’isola. Mi sono sempre chiesto come fu possibile per le élites dei diversi clan che regnavano sull’Isola di Pasqua non rendersi conto che il disboscamento totale e definitivo dell’isola avrebbe segnato il collasso ecologico e lo stesso destino di una popolazione priva di vie di fuga. Al tempo stesso, pensando all’insegnamento recato da quella vicenda, ho sempre sperato che la civiltà occidentale, apparentemente più evoluta di quella che eresse i Moai, possa evitare lo stesso triste epilogo affidandosi alla scienza e alle ben più robuste capacità previsionali da questa fornite anziché a primitivi riti tribali. Continua a leggere

Siccità, la cecità della politica

Stop fonti fossili! ospita un intervento di Francesco Raffa, Coordinatore di Legambiente per la Provincia di Frosinone, sulla pesante crisi idrica di questa torrida estate 2017.

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Legambiente: Siccità, servono politiche lungimiranti nella gestione dell’acqua

Caldo intenso e persistente, prolungata assenza di precipitazioni, mancanza di acqua. Tutti parlano di emergenza, ma ha senso questa definizione nell’attuale contesto climatico? Noi crediamo di no. Ci si ostina a non capire che ciò a cui stiamo assistendo è semplicemente la nuova normalità, destinata a far sentire i suoi effetti pesanti negli anni a venire man mano che i cambiamenti climatici si intensificheranno. Continua a leggere

Cellulosa elettorale

È tempo di elezioni amministrative in molte città italiane. Svariate tonnellate di cellulosa (quasi sempre vergine) contaminata da coloranti e additivi di sintesi stanno inondando in questi giorni come un fiume in piena ogni anfratto delle città interessate dalla competizione sotto forma di volantini, schede facsimile e santini elettorali. La caratteristica peculiare di un tale tsunami di carta è la sua inutile, tracimante sovrabbondanza, simbolo di una cultura dello spreco che ancora trasuda da una larga fetta dell’ampia platea della politica locale. Continua a leggere

Fermate il mondo, voglio piangere! (Prima parte)

Siete amanti dell’avventura? Bene, immaginate di essere stati imbarcati su una navicella spaziale con l’incarico di raggiungere un pianeta lontano anni luce popolato da alieni. Si tratta di una missione ad alto rischio, e giustamente ve la state facendo sotto per la paura. Siete infatti consapevoli che potreste tirare le cuoia per uno dei seguenti motivi: a) c’è il rischio che le scorte di cibo e acqua non siano sufficienti; b) l’aria nell’abitacolo potrebbe ad un certo punto diventare irrespirabile; c) il quadro comandi della navicella è così dannatamente complicato che è sufficiente un piccolo errore di manovra durante la fase di atterraggio per farvi schiantare sul pianeta alieno.

Nell’augurare buona fortuna al coraggioso esploratore, torniamo ora sulla nostra ben più ospitale e confortevole (per ora) navicella, la Terra, e proviamo a traslare la storiella spaziale di cui sopra dalla dimensione individuale a quella collettiva. Continua a leggere

Una tecnosfera vi seppellirà

Ci si sente piccoli e inoffensivi rispetto alla sconfinata vastità delle terre emerse, delle masse oceaniche e dell’atmosfera che ci sovrasta. Ciò spiega perché molti individui sono sordi alle grida d’allarme sugli sconquassi ambientali provocati dalla frenesia che permea l’odierna civiltà umana. In parte ciò è anche il retaggio mentale di un’epoca affatto lontana, di cui gli anziani sono testimoni diretti, nella quale la popolazione della nostra specie di bipedi era di gran lunga inferiore ai sette miliardi e mezzo appena raggiunti nell’indifferenza generale, e la natura riusciva ancora a metabolizzare efficacemente i prodotti di scarto generati dalle attività umane. Ma la crescita esponenziale del numero di individui e della prosperità verificatesi nel giro di sole due generazioni non poteva dispiegarsi senza un assalto altrettanto esponenziale alle risorse del pianeta, doppiamente irresponsabile in quanto incurante sia della loro finitezza sia delle conseguenze della produzione di residui da smaltire, con il risultato che oggi sempre più persone cominciano ad assaporare l’amaro calice del raggiungimento dei limiti dello sviluppo lucidamente anticipati dal rapporto del Club di Roma quarantacinque anni fa.  Continua a leggere

Jurassic Bubble

La designazione di Rex Tillerson, fino a poco fa CEO del colosso petrolifero Exxon, a Segretario di Stato dell’amministrazione Trump ha tutta l’aria di apparire un segno di ritrovata potenza dei giganti delle fonti fossili. La notizia che uno dei massimi esponenti del settore oil&gas assurga a capo della diplomazia della maggiore potenza mondiale può facilmente essere letta come un messaggio muscolare indirizzato ai mercati e all’opinione pubblica dal neoeletto presidente USA. Continua a leggere

Hanno ucciso l’acqua dolce

Molta acqua dovrà passare sotto i ponti prima che la Terra diventerà un ammasso infernale di rocce senza vita come Venere. Stando a quanto dice la scienza, fra qualche centinaio di milioni di anni l’atmosfera terrestre si sarà trasformata in una cappa densa di anidride carbonica e la temperatura del nostro pianeta si sarà innalzata a livelli tali da portare alla completa evaporazione degli oceani. Ma noi non ci saremo, per dirla con le parole di Francesco Guccini, e dunque l’argomento può interessare i geologi o gli studiosi del deep future, non noi qui ed oggi alle prese con mille problemi. Continua a leggere

La polvere in fondo al dirupo (Seconda Parte)

Da “Il piede e l’orma” eBook n. 7 ‘Acque’, Pellegrini Editore, gennaio-giugno 2016. Per gentile concessione dell’Editore e dell’amico Alfonso Cardamone.

La Prima Parte del racconto è disponibile a questo link.

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Quella sera, come quasi tutte le sere, Laura inforcò la bici e si recò da una famiglia poco distante. Da giovane aveva studiato da infermiera, ma in realtà aveva dovuto adattarsi ad attività diversificate nel settore dell’assistenza sociale, medica e psichiatrica. Con il disfacimento del servizio sanitario pubblico, c’era un disperato bisogno di professionalità come la sua, variegate e interdisciplinari. Il tempo delle iperspecializzazioni era finito, come del resto tutti i settori a tecnologia avanzata, e questo Laura lo capiva bene specialmente ora che neanche il funzionamento di un dispositivo banale come una pompa idraulica era più garantito.

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La polvere in fondo al dirupo (Prima Parte)

Da “Il piede e l’orma” eBook n. 7 ‘Acque’, Pellegrini Editore, gennaio-giugno 2016. Per gentile concessione dell’Editore e dell’amico Alfonso Cardamone.

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Credeva di aver pensato a tutto. Nel suo paziente e operoso percorso verso la resilienza, Gilberto aveva adottato le scelte che apparivano più sensate per la sopravvivenza sua e di Laura, la sua compagna di vita. Con un equilibrato mix di tecnologia e ritorno al passato, aveva col tempo individuato le strategie a suo giudizio ottimali che consentivano loro di far fronte alle conseguenze del crollo di quella che un tempo veniva pomposamente chiamata Civiltà.

Tutto era accaduto in una decina d’anni, facendo avverare la profezia di Seneca (celeberrima a pochi, in quanto disdicevole ai più) “la crescita è lenta, la rovina precipitosa”, che in altri termini sta a significare che quando qualcosa comincia ad andare storto, tutto andrà via via sempre più storto fino ad appalesare che quella che all’inizio sembrava una lieve discesa era in realtà l’anticamera di un dirupo. Le economie in default, i cambiamenti climatici fuori controllo, la deplezione delle risorse energetiche fossili e la limitata diffusione di quelle rinnovabili, gli sconvolgimenti sociali endemici, le migrazioni di massa, tutto aveva contribuito ad innescare una spirale negativa perversa ed inarrestabile che aveva presto messo tristemente la parola fine all’illusorio mito del Progresso umano illimitato. Continua a leggere