Oggi militare, domani solare

Il testo che segue è la trascrizione della mia relazione introduttiva al Convegno organizzato dal Circolo Legambiente di Frosinone dal titolo “Oggi militare, domani solare – energia solare energia di pace”, che si è tenuto a Frosinone il 28 aprile 2022.

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Oggi militare, domani solare… quando è stato diffuso il save the date di questo evento qualcuno ha commentato: domani è tardi. È vero, domani è già tardi. Del resto quando abbiamo presentato alla stampa questa idea, lo scorso settembre, era tutto un rincorrersi di leader mondiali che sulle orme di Greta dicevano “non c’è più tempo”. La sfida immane della crisi climatica sembrava allora che potesse compiere un salto dai blablabla ai fatti.

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Il Sole d’inverno

I detrattori del fotovoltaico, ancora oggi più numerosi di quanto sembri, sottolineano a ogni piè sospinto come l’intermittenza della generazione solare e la ridotta insolazione dei mesi invernali anche alle nostre latitudini renda impensabile fare seriamente affidamento su questa fonte di energia.

Si tratta di una tesi che, adducendo fatti incontestabili, tenta strumentalmente di screditare le posizioni pro-rinnovabili allo scopo di opporre resistenza alla improcrastinabile transizione energetica. Del resto, non c’è nessuno che neghi che il futuro mix elettrico 100% rinnovabile dovrà includere sostanziosi contributi di eolico e idroelettrico, nonché una quantità significativa di accumuli di vario tipo, anche stagionali. Ciò detto, date le peculiarità geografiche e climatiche del territorio nazionale, è ad avviso di molti essenziale mantenere dritta la barra sulla centralità del solare fotovoltaico nel futuro sistema di produzione elettrica italiano.

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Il NIMBY ci seppellirà

Ormai mi è chiaro. Cristallino, direi. Atteggiarsi a consapevoli profeti di sventura, limitarsi ad un attivismo meramente divulgativo delle catastrofi assortite a cui stiamo andando incontro, condito magari da un generico appello a una riconversione degli stili di vita, porta applausi e pacche sulle spalle, ma non sposta di una virgola lo status quo. Le stanche giaculatorie con la lista dei tragici errori di un’umanità da troppo tempo affetta dal delirio di onnipotenza non fanno che arenarsi nelle secche di un’ancestrale riluttanza verso il cambiamento. Ciò che fa la differenza in termini di impatto del ragionamento e di consenso sono i NO e i SI che diciamo.

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De retium natura

Veicolo impareggiabile di conoscenza e strumento straordinario di interazione sociale a distanza, la rete Internet, oggi assurta a icona della contemporaneità, ha storicamente rappresentato la ciambella di salvataggio di una civiltà che rischiava di essere letteralmente sommersa da un oceano di dati e informazioni non altrimenti categorizzabili né condivisibili in modo intellegibile. La sinergia formidabile fra world wide web e scienza della digitalizzazione non solo ci ha permesso di restare a galla respingendo l’onda montante e devastante di una complessità ad alto tasso entropico, ma costituisce senza ombra di dubbio una delle architravi su cui si regge la faticosa costruzione di un futuro sostenibile.

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Sole, litio e amore

Dal Sole alle ruote, passando per un succo concentrato di ioni di litio ad alta tecnologia: una soluzione efficace, pulita e matura per macinare chilometri a chilometro zero. Può riassumersi così l’esperienza della mia prima estate da elettromobilista. Continua a leggere

Libertà o morte! (o tutte e due?)

La narrazione prevalente sulle ricette per combattere il cambiamento climatico contempla a mio modo di vedere alcune vistose omissioni, anzi dei veri e propri tabù, questioni a dir poco spinose su cui si preferisce glissare per non pregiudicare – così almeno ci viene detto – il successo comunicativo della necessaria opera di informazione, così da evitare fenomeni di rigetto nei riguardi di messaggi scomodi. Continua a leggere

Non è tutto legno quello che brucia

Dei quattro elementi primordiali, il fuoco è quello che suscita le sensazioni più ambivalenti fin nei meandri dell’animo umano: tepore o flagello, luce magica che squarcia l’oscurità o calore infernale, mezzo di cottura per il cibo che ci nutre o di annientamento della materia tout court, energia utile o dissipata. Quando, attoniti e impotenti, guardiamo alla devastazione provocata dagli incendi boschivi di questa torrida estate italiana, siamo giustamente portati a nutrire l’odio più assoluto verso le fiamme e la loro capacità di annichilire tutto ciò che di sacro incontrano sul loro cammino. Ma per l’umanità delle origini, compenetrata in una natura così spesso ostile, doveva essere molto diverso: una volta appreso il modo per rendere il fuoco inoffensivo, i benefici apportati dalla legna ardente sovrastarono di molto i suoi rischi. L’incanto poetico del Cantico delle Creature sintetizza mirabilmente come veniva visto il fuoco dal comune sentire nelle lunghe ere che precedettero lo sfruttamento delle fonti fossili: Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale enallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Continua a leggere

Col SENno del poi

Dopo essersi stracciati le vesti per la decisione di Trump di uscire dall’Accordo di Parigi sul clima, la premiata ditta Calenda & Galletti ha finalmente partorito la nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) destinata a rimpiazzare quella del 2013 che, a rileggerla oggi, sembra scritta dagli amanuensi benedettini. Il nuovo documento, per gentile concessione dei poteri costituiti, è in consultazione pubblica dal 12 giugno per ben un mese, cioè chiunque può inviare i suoi commenti caricandoli da questa pagina del sito del MISE. Forse i tempi così ravvicinati servono ad evitare che anche la nuova SEN diventi obsoleta prima ancora di essere adottata… Continua a leggere

Fermate il mondo, voglio piangere! (Prima parte)

Siete amanti dell’avventura? Bene, immaginate di essere stati imbarcati su una navicella spaziale con l’incarico di raggiungere un pianeta lontano anni luce popolato da alieni. Si tratta di una missione ad alto rischio, e giustamente ve la state facendo sotto per la paura. Siete infatti consapevoli che potreste tirare le cuoia per uno dei seguenti motivi: a) c’è il rischio che le scorte di cibo e acqua non siano sufficienti; b) l’aria nell’abitacolo potrebbe ad un certo punto diventare irrespirabile; c) il quadro comandi della navicella è così dannatamente complicato che è sufficiente un piccolo errore di manovra durante la fase di atterraggio per farvi schiantare sul pianeta alieno.

Nell’augurare buona fortuna al coraggioso esploratore, torniamo ora sulla nostra ben più ospitale e confortevole (per ora) navicella, la Terra, e proviamo a traslare la storiella spaziale di cui sopra dalla dimensione individuale a quella collettiva. Continua a leggere

Quando l’aumento aumenta

Immaginate di trovarvi sul fondo di una piscina vuota molto profonda. A un certo punto qualcuno comincia a versare dentro acqua con un secchiello, prima poco alla volta, poi ad intervalli più ravvicinati. Per un po’ la piscina rimane pressoché vuota, perché una mattonella del rivestimento sul fondo è saltata, e l’acqua viene in gran parte trattenuta dal terreno sottostante. Ma il suolo è argilloso e non riesce ad assorbire l’umidità oltre un certo limite. Dunque il livello dell’acqua nella piscina poco alla volta aumenta, ma la cosa non vi dispiace affatto, perché così potete sollazzarvi giocando con l’acqua e schizzandovela addosso l’un l’altro. Anzi il divertimento aumenta ancora quando l’acqua dalle caviglie pian piano sale fino ad arrivare all’altezza del bacino. Siete così presi dallo svago che quando viene rimossa la scaletta nessuno ci fa caso.

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