Pubblicato anche sul blog di ASPO Italia Risorse Economia Ambiente
Il mito dell’immortalità è antico quanto l’uomo. Il terribile impatto di ogni essere umano con la morte, la sua ineluttabilità, e il dolore che una vita che si spegne porta con sé hanno rappresentato la sfida per antonomasia all’idea stessa di progresso sin da quando, con l’illuminismo, si faceva strada l’idea che nessun traguardo fosse precluso all’uomo moderno. Perché la morte è in sé stessa il più invalicabile dei limiti che il progresso scientifico e tecnologico ha di fronte. Ma se non hanno potuto sconfiggere la morte, il progresso e la scienza sono riusciti, con sforzi sovrumani, ad alleviare le nostre sofferenze e ad allungare le nostre vite. Con risultati strepitosi, come sappiamo. L’aumento della vita media è stato costante negli ultimi secoli, ed è andato di pari passo con la crescita della ricchezza. Vivere più a lungo è il risultato di una serie di fattori fra i quali un peso via via più rilevante lo hanno avuto le scoperte scientifiche nei campi della medicina e della biologia rese possibili dalla crescente disponibilità di risorse pubbliche e private destinate alla ricerca. Continua a leggere